Non ci sono più i dongiovanni di una volta

Credo avesse circa nove mesi, quando scattai a mia figlia una foto, seduta sul divano di casa.
Divano fatto bene, comodissimo. La linea si chiamava Don Giovanni.

Cercai l’azienda, spedii la foto accompagnata da poche righe di saluto.

Scrissi a commento della foto “Il primo dongiovanni della sua vita”, unendo i complimenti per la bontà del prodotto.

Mi rispose il titolare, informandomi che la foto aveva fatto il giro dell’azienda: l’entusiasmo di lavorare bene e di leggerlo.
Il ringraziamento da parte di tutta l’azienda fu accompagnato da un set di borsoni da viaggio.

Tutt’oggi, ogni qualvolta compro, mangio, indosso un prodotto che mi soddisfa, scrivo all’azienda.

Penso a cosa c’è dietro al prodotto, penso alle persone, al loro tempo dedicato.
Tutte rispondono, alcune inviano campioni per ringraziare, che siano piccole aziende artigianali, o di dimensioni più grandi.
Basta ciò che scrivono per capire quanto valore umano può avere un contatto così.

Poi viene il meno bello.

Potrei, come nella situazione sopra citata, fornire dati precisi.
Ad oggi, e sono passati mesi e mesi, ho una serie di mail, senza risposta, spedite ad aziende o società, ritenute o promosse come realtà di spessore, di quelle che inviano a nastro DEM o newsletter personalizzate da un programma ad hoc, ma che di personale non hanno nulla.

Di quelle che sui social appaiono strutturate, snelle, veloci, attente, performanti (quanto bello è questo termine!).
Brave, le allodole ringraziano, dopo aver donato – spontaneamente, tanto è tutto gratis – i loro dati sensibili.

Ho segnalato siti non aggiornati, dove, ad esempio, persone che propongono e promuovono la ditta on line e off line, non vengono citate come facenti parte del gruppo di lavoro, a differenza di altri colleghi.

Ho fatto richiesta di informazioni per corsi on line presentati molto bene, per contenuti, struttura, docenza.
Ho chiesto punti vendita di un prodotto.

Il vuoto. Il nulla.

La domanda che un cliente – reale o potenziale – si fa è: perché?

Quel sopra citato corso on line, anche mi venisse offerto nuovamente con newsletter, non mi vedrà più interessata, anche se l’oggetto della mail recita: ”Paola, è da un po’ che non ti sentiamo.”

Gli indirizzi-contenitore > info@< funzionano, o non funzionano, in termini di risorse umane dedicate, di sicurezza, di risposta?

I signori che stanno alla regia di questi universi dovrebbero ricordarsi che un potenziale cliente è in primis una Persona.

I robot, i copia/incolla e i quaquaraquà ormai fanno venire il mal di mare.

Sarebbe ora di prosciugare quel mare che c’è tra il dire e il fare.

(Anni ottanta- 1987)