Frutta mista, Fragole, Macedonia, Ribes, Uva, Orecchini di frutta, La Pazienza

Questa storia ve la devo proprio raccontare. A me gli occhi!

 

Ribes

Tra i 10 e gli 11 anni, in estate, si andava tutti in una casa che i miei genitori prendevano in affitto in campagna.

Noi bimbi eravamo felici, nei campi, a giocare tutto il giorno sporchi e impolverati di fieno.

 

Una libertà assoluta, fatta di discese, di colline e di galline che non stavano mai zitte.

 

I contadini del podere accanto alla casa avevano un cespuglio magico.

Questo cespuglio faceva in estate delle strane palline rosse, trasparenti, attaccate tra loro a grappoli.

Si chiamavano ribes.

Dato che la Maria ci faceva la marmellata, era proibito andare a raccoglierli o a mangiarli.

 

Proibito?

Che parola era?

Detto mai ci fosse qualcosa di proibito.

 

Era la volta buona che la sfida aveva inizio.
Verso le due del pomeriggio era necessario fare il riposino.

 

Altro mistero senza spiegazione.
Tempo rubato al gioco, ma di versi diversi, nemmeno l’ombra.

 

Appena capivo che mamma era rapita dal sonno, volavo fuori di casa,

i quattro gradini esterni alla porta fatti in un salto solo, e giù al cespuglio di ribes.

Scorpacciate di palline rosse, non buonissime, ma il gusto di trasgredire era al massimo!

Così Ribes ricorda quei tempi spensierati, fatti anche di castighi,

perché andavo a caccia di vipere con la bottiglia del latte ( ma questa è un’altra storia, che vi racconterò…)

 

E la storia continua…