Viaggia dubbiosa, immobile, differente, diffidente. Annusa, incuriosita, profumi, ascolta venti che arrivano, improvvisi. Scompiglia   i pensieri, confusione assoluta. Luoghi inesplorati, sono molti, lontani, vicini, fissati in cartoline che sanno di seppia, raramente  a colori.

I colori richiedono sforzo, eleganza mentale, tenerezza dell’essere, scoperta. Naturali paesaggi. Eppure la voglia di sentirseli dentro, questi viaggi che a tutti riempiono il cuore, non manca. Affonda il pensiero su divani ormai lisi, si siede su pietre che raffreddano il corpo. Il mare. Un mare  futuro che mai si rivela. La fatica di andare, scoprire le spiagge, riporta ad un’altra fantastica meta.

Inizia a scalare desiderio di roccia, di prati e di muschi. Un viaggio discreto, silenzioso ed attento. Cadere in salita è pericolo sempre. Si ferma, indecisa, s’accascia. L’odore di vita emanato da altri soddisfa l’istante, di partire, di andare. Inizia, lento, rosario di domande, il  non fare. Risposte sincere, che vuole sentire, riportano indietro. Organizzare uno sforzo è pratica immensa.

E’ dono di slanci curiosi,  dissetano, un sapere che avanza. Non può consumare energie negative, può solo cercare la forza interiore. Cercare è   tenacia, volontà di sapere.

Si risiede, ascoltando echi di racconti di viaggi. Di altri. Si disseta con acqua che non nutre la mente. Arida, offuscata, lamentosa, irritante, rifiuta ogni tipo di prova.

Dormire nel nulla, rimandare a domani, cercare autostrade per passaggi avventati, lamentare mancanze, sognare qualcuno che viva al suo posto. Il tempo che incalza, trascina ed invecchia, ricorda minuti che diventano ore, diventano istanti, diventano buio.

Appagarsi di altro, di altri, di oltre, non matura, né vince. Vittorie sudate non sanno che esiste. Non sa che cercare il sorriso è il dono più grande. Conquista ed acquieta. Testarda ed assente, finge la vita. La vita di altri passa veloce, vola in paesi, città, monumenti.

La storia continua anche senza respiro, quotidano appetito di costruire qualcosa.

La storia interiore, che non vuole partire, ripete.

Non  è Vita, è pigrizia.