Scandiscono i passi, da quando il portone si chiude e un’altra giornata si apre.

Il sedano spunta dalla borsa di Pina, quella dell’ultimo piano. Farà bollito, anche oggi, l’odore resterà sulle scale.

Troppo, troppo profumo di nicchia, l’avvocato è in anticipo alla curva vicino al bar. Sandalo e muschio bianco, è intenso, una scia che si mescola al sapore del caffè appena preso.

L’insopportabile e perfetto outfit, mai uguale, dell’amministrativa del palazzo che accantona illusioni di future pensioni. È bella, non saluta mai. Bocca rossa.

Dondola, assente, cuffie con la musica a palla, il jeans sdrucito con le ginocchia scoperte anche sotto zero, fa figo. Occhi di diciottenne mai visti, attraversa le pedonali ormai consunte, al civico 23, a testa bassa. Conta i passi, o canta.

Il bar di sempre, avventori assonnati leggono i titoli del giornale steccato, se no si rovina.

Il solito, Beppe, grazie.”
Fuma il caffè nella tazzina bollente.
Se ci passi un po’ di schiuma sul bordo, le labbra non si ustionano più.

Torneranno tutti, per ritrovare la quotidianità, il tempo.

Incontri, oggi, solo, strade, deserte.

Un caffè per tutti. E’ offerto.”
Prezioso.

“Ben ritrovato Cosimo, ti vedo Bene.”

Paola  

 

Strade vuote Aprile 2020