Forse Orazio non avrebbe mai pensato di leggere la sua famosa locuzione sull’anilla di un sigaro parejos.

Ma la vita, comunque si voglia rappresentare, è composizione, scomposizione, fumo o pepita d’oro, forte brace, cenere compatta.

È corpo, degustazione, sapori.

“Carpe diem” – 50×70 – immaginato su tela, con colori chimerici, cristalli di quarzo, foglia d’oro, carboncino.

Orazio – 65 a.C. Venosa 8 a.C. Roma – (Odi I, 11, 8)

“Dum loquimur fugerit invida aetas: carpe diem, quam minimum credula postero.”

“Mentre parliamo, invidioso fugge via il tempo. Cogli il giorno, confidando il meno possibile nel domani.”