Se non ti capisco…

Se non ti capisco, non condivido, non commento, mi informo, mi interrogo, mi fermo. Voglio capire, se mi interessa.

Se non ti capisco non è colpa tua, è affare mio. Se mi dai qualcosa , grande o piccolo che sia, il rispetto deve muovere cervello e anima. Non la vana presenza (presenzialismo?) , non la presunzione di essere over, non lo scherno della stupidità, frutto della mia, non della tua.

Se non ti capisco, come faccio a confrontarmi con te? Se il tuo gesto esiste, ci sarà un perchè.

Se non ti capisco, sarà la terra, la pioggia o il sole. Sarà la distanza, il rumore, la tua presenza continua o la tua assenza improvvisa. L’assenza non posso giudicare, posso solo non riempire. Sarebbe invasione di campo, sarebbe incisione di un tuo bisogno non espresso: di solitudine, di riflessione, di tempo.

Se non ti capisco è il momento dell’attesa. Si fa presto a riempire un’attesa, di vacuità, di tentativi maldestri di dire “ ci sono”. C’è la natura, ci sono i fiori, gli uccelli, gli alberi. Se non ti capisco, il tronco secolare riposerà la mia schiena, le fronde daranno riparo al mio pensiero.

Cara Umanità, benvenuta.

Ero certa che prima o poi saresti tornata. Dovevo solo capirti.