Come ogni mattina il suo incedere è elegante. Indossa una t-shirt di buon cotone, bianca.
A contrasto un pantalone corto di nobile blu, bottoncini bianchi ad abbellire il risvolto.
Abbronzata, capelli castani tagliati a caschetto. Contrastano la leggerezza del vestire robuste scarpe da passeggio.

Lui le porge il braccio, con gesto accomodante. In discreto color pesca il lino dei bermuda, una polo beige. Capelli bianchi, occhiali scuri, montatura importante.

Il loro ripetere l’anello che unisce la sponda del lago al prato circostante pare senza un perché.
Ci sono percorsi che abbracciano lo specchio d’acqua, o che si intrufolano tra i pini secolari della montagna.

A Loro piace. Terzo anello.
Passano accanto, lui le racconta con minuziosa pazienza le increspature dell’acqua.
“Ci sono tante alghe, hanno svuotato il lago.”
Lei annuisce e respira.

Si sofferma a raccontarle di un’ape che compie il miracolo su di un fiore, ha il muso tutto impolverato di giallo.
Lei ride.

“Oggi ti porto a vivere un’aria nuova” le dice “è un posto tranquillo, se vuoi mangiamo lì. C’è una casera. “

Nella mano destra lui tiene un bastoncino da nordik walking chiuso, forse eccessivo per i loro anelli scanditi da confidenze e bisbigli.
L’incedere della coppia è ritmato da una profonda pace.
Il vento trasporta frammenti del loro dialogare.

“No, Paola, ora ti spiego le correnti sul lago.”

Il vento gira ed è silenzio.
Accomuna il nome proprio, Parvus in latino, piccolo. Un brivido.

Chissà se gli anelli contano, o se loro li contano.

Il continuo parlare di lui, accompagnato da movimenti ampi delle braccia e leggere torsioni del busto, contrasta con una ben celata riservatezza di lei.
Annuisce, approva, ascolta, poco commenta. Come non udisse.

Come non vedesse.
Non vede.
Non le serve una protezione degli occhi dalla luce del sole.
Sono chiusi e immobili.

Un impercettibile movimento del viso offre allo sguardo un ovale perfetto, una bocca carnosa, il buio oltre i profumi, il tatto, l’udito.

Gli anelli si uniscono uno all’altro a formare una collana di esperienze, il bastone s’allenta, segmenti ad incastro in alluminio bianco si allungano a toccare il prato.
Lui le porge il bastone e la invita a percorrere un breve tratto da sola.
Paola parva non è. Muove i primi passi, ascoltando il rumore che il bastone rimanda, battendo il cordolo.
Pochi metri, senza vedere le braccia di lui tese e pronte a sorreggerla.

“Brava Paola, ce l’hai fatta.
Stai prendendo padronanza del passo.
Domani ci aspettano altri anelli, costruiremo insieme la tua indipendenza.”

Lei sorride, lui le porge il braccio e se ne vanno.

Lasciano anelli da unire uno all’altro, creando un nuovo percorso non segnato sulle cartografie ufficiali.

Paola Pierobon

Dipinto di John Bramblitt, pittore statunitense rimasto cieco nel 2001 a seguito di un attacco epilettico.
(ph web)