La   giornata  non è delle migliori.

Foschia densa sulle montagne annuncia neve, l’umidità della città rallenta il passo. Poca gente, il parcheggio della piazza principale è quasi vuoto. Il sole non c’è.

 

La vetrina del negozio espone asciuga capelli fucsia, gialli, rosa. Il femminile di fermagli brillanti ricorda acconciature da sera: teatro, concerto di archi.

Anna entra, un campanello roco la annuncia. Un saluto di rito, una fila di smalti fosforescenti attira il suo sguardo. La vetrinetta ad angolo espone spazzole che districano nodi, districano pensieri. Acido ialuronico, in confezione dorata e puro al cento per cento, promette miracoli. Il miracolo della vita, del non invecchiare, del non sopportare segni del tempo.

Un uomo con il borsello attende schivo, silenzioso. Rivolge occhi attenti verso il bancone. Paziente.

Un cappotto vissuto, imbottito, strizzato in vita, riscalda un corpo di donna appena curvo. Una borsa, di foggia non piu’ moderna, è appoggiata al braccio di lei. L’insieme è nero, anche le scarpe. Tutto scuro, come il tempo. La sicurezza del mestiere dà tono alla voce che spiega alla donna come fare… Come fare.

“Deve immergerla in una bacinella con il sapone, lasciarla in ammollo per quindici minuti, sciacquarla bene. Poi ad una altra acqua fresca, ma non fredda, deve aggiungere un cucchiaio di balsamo. Altri dieci minuti, ammollo.”

Attesa.

“E’ come una camicetta” spiega la voce dai toni pacati. “Una camicetta si cambia, si lava, si asciuga. si stira. Se non la lava, diventa gialla.”  Il tempo è debito.

“Deve  sciacquarla, molto bene, mai con l’ acqua calda. La toglie dalla bacinella, la tampona piano.”

Tampona la vita, la vita tampona.

Il cappotto di nylon si piega, accompagna le braccia  al sostegno del banco.

Manca l’aria, Anna pensa di uscire. Ascolta.

Bisogna asciugare le lacrime, lontano da fonti di calore, vicino al calore del cuore. Asciugare e non pettinare.

Non pettinare, non pettinare. Il gesto d’amore era del marito, quando, da giovane, le scompigliava i capelli, li arruffava di baci,  li sistemava una mano innamorata .

“Li deve pettinare da asciutti, vedrà come starà bene, con la frangetta tagliata più corta.”

Il taglio, il dolore, la sofferenza, l’attesa del Dopo. L’asportazione del male, la lotta ininterrotta, il cancro devasta.

Anna siede, intuisce, capisce.

La donna, ornata di capelli non suoi, gira la testa. Anna la guarda – “Come sto?” – Occhi senza ciglia, incarnato che un fard non rimedia,  che l’acido ialuronico non cura, che il sole non vede da mesi. Un sorriso accennato, lo sforzo di darsi la forza.

E’ bellissima, e’ forte, e’ terribilmente donna. E’ terribilmente Dignita’.

E’ viva, per raccontare a fermagli dorati che lei non si ferma. Il tumore ha vinto capelli, non vince la guerra.

La parrucca da lavare con garbo incornicia voglia di vivere. La trasmette, la insegna. Anna dimentica la spesa da fare, i saluti si incrociano. L’uomo prende la mano di un unione per la vita, si avviano alla porta. Guarda la moglie, con un bacio le sfiora la testa.

Fuori è il sole, dentro è il sole. Anna vorrebbe… una storia non qualunque, da leggere ad alta voce, ad alta vita.

La coppia scompare dietro la curva. Grande è la lezione di coraggio, cala il sipario.

Anna in silenzio ringrazia, applaude, racconta.

La giornata è delle migliori.

Il meglio inizia da qui.